La hit parade del 1919
i canti degli alpini
9°posto in classifica
Monte Canino
Monte Canino
Il Corpo degli Alpini, appartenente all'Esercito Italiano, è nato a fine ottocento, più precisamente il 1872, con lo scopo di difendere i confini montani dell'Italia. Il simbolo di riconoscimento degli alpini è il cappello, sul quale si trovano, la penna (rigorosamente posta sul lato sinistro) nera (per gli Alpini della Fanteria) oppure marrone (per gli alpini dell'Artiglieria), il fregio (un'aquila), i nappini (fiocchi di lana di vari colori a seconda del battaglione) e il grado.
Nel corpo degli alpini troviamo numerosi canti di guerra: molti parlano delle battaglie, altri sono un inno all'Italia o al valore alpino; molti, mettono in risalto gli aspetti più crudi della guerra: la morte del capitano, il dolore dei soldati, la crudeltà degli imperatori e quasi sempre la morte di tanti soldati: "tutti giovani sui vent'anni".
Certamente le canzoni di guerra sono uno degli elementi fondamentali per la cristallizzazione della memoria della Grande Guerra. Sono al centro di una specie di reversibilità di qualità civili e militari che, durante il conflitto, vengono richiamate ome ragione ultima per la quale si soffre, si combatte e si sogna un rientro nella società civile della pace. L’ideale di quest’ultima aiuta il combattente a sopportare fatiche, privazioni e dolori, mentre le virtù e le doti militari, legate al senso del dovere, coadiuvano analogamente gli sforzi per la pace desiderata.
8° posto
Il testamento del Capitano
7°posto
Era una notte che pioveva
Era una notte che pioveva
6° posto
Monte Pasubio
Monte Pasubio
5°posto
La tradotta
4°posto
la bella Gigogin
3°posto
Senti cara Nineta
2°posto
Addio mia bella addio
Fa parte dei canti del Risorgimento italiano ed è stato scritto in occasione della Prima Guerra di Indipendenza; sottolinea l’ineluttabilità della partenza in quanto dovere verso la patria.
La tradotta
Canto militare della prima guerra mondiale, che si riferisce in particolare alla battaglia del Montello. La base che permise agli austriaci di attestarsi sul Montello fu Nervesa, piccolo paese in provincia di Treviso. In seguito, la controffensiva italiana portò al ripiegamento delle truppe austriache al di là del Piave.
TESTO
La tradotta che parte da Torino a Milano non si ferma più ma la va diretta al Piave cimitero della gioventù. Siam partitii in ventinove ed in sette siam tornati qua e gli altri ventidue son rimasti tutti a San Donà. Cara suora son ferito a domani non arrivo più se non c'è qui la mia mamma questo fiore me lo porti tu. A Nervesa c'è una croce, mio fratello sta sepolto là io ci ho scritto su Ninetto, chè la mamma lo ritroverà.
4°posto
la bella Gigogin
Senti cara Nineta
Addio mia bella addio
canto di Carlo Bosi (Firenze 1813-1886) Poeta e patriota. Poeta di ispirazione popolare, fu consigliere del governo provvisorio a Livorno nel 1848 e poi funzionario governativo. Tra le opere Versi e canti popolari d'un fiorentino (1859), che contengono il noto canto Addio, mia bella, addio scritto per la partenza dei volontari toscani nel 1848.
Il titolo originario di questa canzone è “L’addio del volontario toscano”.
Fa parte dei canti del Risorgimento italiano ed è stato scritto in occasione della Prima Guerra di Indipendenza; sottolinea l’ineluttabilità della partenza in quanto dovere verso la patria.
1°posto
Ta-pum
E’ uno dei più noti e più diffusi canti della prima guerra mondiale. L’onomatopeico ta-pum sta a imitare, il colpo di un’arma da fuoco seguito dall’eco dello sparo nella valle.
La sua origine risale però a un vecchio canto di minatori, nato durante i lavori di scavo della galleria ferroviaria del San Gottardo tra il 1872 e il 1880. In quel caso, ovviamente, il ta-pum si riferiva allo scoppio delle mine.
La sua origine risale però a un vecchio canto di minatori, nato durante i lavori di scavo della galleria ferroviaria del San Gottardo tra il 1872 e il 1880. In quel caso, ovviamente, il ta-pum si riferiva allo scoppio delle mine.
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